|
|
IL
TUO DOLORE DIVENTA MIO
Gesù, al tuo umile
servo, il monaco russo
Silvano, morto in concetto di santità nel 1938, tu facesti un grande
dono: sentirsi
fratello universale, capace di raccogliere nel suo cuore e nella sua
preghiera le sofferenze dei vicini e dei lontani.
Ecco, mi sento
attirato da questa tua grazia. Dai giornali, è sufficiente sfogliarli,
sono informato delle tragedie di questa nostra umanità del 2000!
Quanto odio, quanta solitudine, quanta morte! Un mare di pianto.
La ferocia più cattiva che si abbatte soprattutto sugli innocenti.
Famiglie, migliaia di famiglie in lutto.
Migliaia di altre disgregate dai rancori, dagli adulteri...
E poi droga, mafia,
Aids, alcolismo, pornografia, satanismo, aborti, guerre e guerriglie in
chissà quante nazioni ... !
E tanta paura, paura di vivere, di decidere, di pensare, di intervenire.
Gesù, vorrei dire con
empatia e sincera condivisione ad ogni fratello che soffre:
«Fratello, il tuo dolore diventa un po' il mio, perché ecco, ti sono
vicino.
Non so spiegarti tutto.
Ci sono momenti in cui non c'è da parlare, ma da stare. Altro è il
silenzio da soli, altro è il silenzio di due che desiderano
starsi vicino e soltanto così incoraggiarsi.
Come il grande S. Ambrogio che univa sinceramente le sue lacrime alle
lacrime altrui, ecco, fratello caro, in nome di Gesù, poggiati un po' su
di me.
Raccolgo le pene del tuo cuore nelle mie mani incapaci e impotenti per
offrirli al Dolore Trasfigurato che è Gesù Crocifisso.
Nella fede, so che nulla va perduto quando si vive e si soffre davanti a
lui. Ti prego, credi alla mia fede».
Gesù, passare da te
al fratello, dal fratello a te e dare voce e risonanza ad ambedue,
in questo servizio sacerdotale di mediazione, mi spoglio di me, non penso
a me perché i miei pensieri in altalena vanno da te agli altri, dagli
altri a te.
E so che così ti
piaccio. Lode a te.
|