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GESU,
HO BISOGNO DI AFFETTO Gesù, ho bisogno di affetto, mi sento solo, di poco valore. Ho bisogno che qualcuno mi guardi, mi sorrida, stia con me, mi dia un
pò del suo tempo.
Tutto questo lo dico a te, a te invisibile ma presente, sfuggente ai miei sensi esterni. Dimmi, Gesù: questi miei bisogni affettivi come viverli? (Silenzio... ascolto... la luce viene) Gesù, il mio cuore nelle tue mani, le mie esigenze e i miei desideri davanti a te, i miei bisogni affettivi detti con sincerità a te, non vengono negati, ma trasformati. Tu non mi togli il
bisogno affettivo, ma lo purifichi e lo converti. Lo pulisci dal potere e dal possesso.
Il bisogno allora diventa umile desiderio di donare amore agli altri e non di cercarlo per me.
L'affetto diventa pista per pensare agli altri, non per affermare me stesso. Se mi affermo, nulla mai mi basterà a livello
affettivo, e non ci sarà spazio per la gratitudine.
Se mi dono, e quindi affermo gli altri, vivere negli altri è amore vero, mi ritrovo
ricchissimo e più capace di condividere e di amare. (Esperienza ... ) Dopo averti pregato e dopo aver 'donato' a te i miei bisogni affettivi, dopo aver trovato una pace feconda davanti al tuo
tabernacolo, ti ho lasciato, Gesù, e sono andato incontro agli altri, senza progetti, senza aspettare che gli altri si accorgessero di me. Che bello!
Svuotato di me, delle mie voglie di dominare, stringere, possedere, i miei occhi ora guardano con stupore e ricevo tanto
tanto. E' verissimo. Più dono e più mi dono, più ricevo e più mi
ricevo «abitato» e amato, e più sono capace di donarmi.
E in queste proporzioni, scopro di meritare sempre meno e di dover ringraziare tanto tanto di più. Spogliato di diritti, di bisogni (come
imposizioni, pretese), di meriti, tutto mi viene regalato, perfino la croce che è campo per una migliore fecondità di doni. Dando ricevo. Mi ritrovo, dimenticando me stesso.
Sono libero nella misura in cui lascio liberi gli altri. Grazie, Gesù, grazie.
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