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La donna contemplativa “Solare di Dio”... | ||||||||||||||||||||||||
I
contemplativi nella città degli uomini,
come persone incarnate nel presente della storia, |
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Introduzione | ||||||||||||||||||||||||
Fin qui, abbiamo visto i contemplativi nella città, “Solari di Dio”, nei vari stadi dello sviluppo umano e ci siamo resi conto (almeno spero) che, se l'età, qualsiasi età, viene accettata con umiltà, semplicità e nella verità, quella persona diviene un contemplativo: libero, singolare, unico e proiettato sempre verso una meta da raggiungere, una speranza nuova da realizzare...
Adesso,
invece, vediamo, per chi è sposato, qual è la specificità dei contemplativi nella città, “Solari di Dio”,
in ordine alla vocazione familiare vissuta nel
dono reciproco dell'uno all'altra, nella fedeltà accolta, profusa e presentata
come offerta continua, gradita a Dio; sull'intesa sessuale, luogo della fusione
di due corpi in un anima sola, generosamente disposti verso la procreazione, sorgente di vita
inesauribile che rende la coppia collaboratori di Dio nel rinnovare la creazione. |
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Le contemplative nella città, “Solari di Dio” donne... | ||||||||||||||||||||||||
Le donne
“Solari” non hanno paura
della loro femminilità come stato di grazia speciale e straordinario; né
hanno timore di essere deluse dagli uomini.
Affrontano la relazione, il lavoro, il divertimento, il mondo con ottimismo,
generosità e positività. Hanno uno spirito libero, laborioso, fecondo, giocondo
e pacifico.
Rispettare la propria
identità, per la
donna “Solare”,
significa nobilitare tutto ciò che si è: figlia, fidanzata, moglie, studentessa,
lavoratrice, professionista, intellettuale, casalinga; impegnata nella società civile,
politica o ecclesiale ma, soprattutto: persona umana, discepola e sposa di Gesù
Cristo. Qualunque sia il ruolo assunto nella società, la
donna
“Solare” ringrazia e loda il Signore. Ella dimostra, con l’accettazione
di se stessa, del proprio stato e del proprio ruolo, di non sentirsi tutto, ma parte di un tutto: infinito
e illimitato dove, sempre e comunque, finisce per divenire protagonista.
La
donna “Solare” ha piena
consapevolezza che Dio ha creato le donne per essere venerate dagli uomini
come esseri speciali, in grado di dare continuità alla vita; belle al di sopra
di ogni cosa creata, forti ed eroiche nella loro abnegazione, capaci di
contribuire (se incarnano Maria Madre dei viventi) all’elevazione dell’uomo;
come, al contrario, se incarnano Eva, di farlo precipitare nel baratro della
perversione e della perdizione. Come abbiamo appena detto, non è il ruolo, o il sostituirsi in tutto all’uomo, che favorisce la sua emancipazione ma, lo ripetiamo, a scanso di equivoci, la difesa della propria identità e la tutela della propria dignità. Abbiamo cercato di chiarire in breve cosa intendiamo per identità, vediamo adesso come i contemplativi “Solari” concepiscono il valore della propria dignità.
Rispettare la propria dignità,
per la donna “Solare”, significa difendere e tutelare la sua
inviolabilità come donna/femmina. Essa non può svendere il “bello” che è in lei, né
può ridursi ad oggetto di desiderio o a cosa da sfruttare, consumare, e poi gettare.
La sua corsa verso una presunta libertà, indipendenza ed autonomia dall'uomo/maschio
non la può rendere vulnerabile alle suggestioni del: "tutto è lecito", del
"tutto e subito" e del "vivere l'attimo". Non è così!...
Essa
entra volontariamente in un vortice che la induce facilmente a rinunciare alla
sua dignità a favore della voluttà, della perversione, dell'attrazione per il “collezionismo”
e il conseguente uso
sfrontato dell’arte seduttoria. Essa non è più capace di amare, di nutrire dei
sentimenti stabili e duraturi; anzi, al contrario, li considera come una forma
di prigionia e di limitazione della sua libertà e del suo diritto ad essere
femmina, prima ancora che essere donna. L’affermazione egoistica di sé anche a scapito
di tutto e di tutti la induce a chiudersi in un mondo di creme, profumi e
silicone che esclude l’altro, gli altri e
spesso, quando il tempo passa inesorabilmente, e le delusioni e le sconfitte
diventano maggiori delle presunte vittorie entra in una dimensione
angosciosa del vivere quotidiano senza prospettive e senza speranze e dalla
quale spesso e volentieri esclude anche se stessa.
La
donna “Solare”, al contrario, sa
scegliersi la parte migliore, quella che non gli verrà mai tolta. Nella
relazione d’amore, ad esempio, per lei il sesso è importante, fondamentale, ma
non è tutto. La bellezza e il fascino contano tantissimo, ma ella è
consapevole del fatto che ’intesa fra un uomo ed una donna ha bisogno anche, e
soprattutto, di altro: di un
arricchimento reciproco che è fatto di continua seduzione, di piccole complicità,
dell'esercizio della capacità di sorprendersi a vicenda, nella fedeltà senza sé
e senza ma. La
donna "Solare",
con il suo partner, deve essere capace di nutrire degli interessi quanto più possibile in comune,
deve ricercare il dialogo; l'inevitabile scontro deve essere risolto nella gioia
del ricercato ri-incontro; l'esaltazione delle libertà reciproche devono sapersi gestire nella comune
responsabilità e nello sforzo di mortificazione degli insani “appetiti egoistici”, della
mania di protagonismo, del desiderio di possesso, della gelosia morbosa ed asfissiante.
In questo contesto si comprende meglio il brano
evangelico di San Paolo:
“e voi, donne, siate sottomesse ai vostri mariti”. Cioè
non siate antagoniste e rivali dell’uomo ma assoggettatevi docilmente al
desiderio che egli ha di potervi considerare
“carne della sua carne”, gioia del
suo cuore, amore che unisce e non divide; che avvicina e non allontana mai. Beata quella donna che non smette mai di attingere a quella "sorgente dell'Amore"...
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