Agitato?...
 
 
L'AGITAZIONE

* L'unico attaccamento positivo è attaccarsi alla Libertà Assoluta, cioè a Dio. Se mi attacco con tutte le forze a lui, vivrò un sereno distacco da tutto il resto.
Più sono attaccato a Dio che sazia il mio cuore più prendo distanza e libertà da tutto il resto che non può saziare.
* I cattivi attaccamenti sono: attaccarmi a me stesso, alle cose, alle persone.
* Se mi chiedo onestamente: a che cosa sono attaccato? Troverò sempre materia per rispondere. La libertà vera è difficilissima. Chi è tutto in Dio ce l'ha, ma è facile perderla in un attimo.
* L'attaccamento genera ansie, paure, sofferenze del tutto inutili.
Perdita di tempo e spreco di energie.
Attaccarsi significa dipendenza, schiavitù, idolatria.
E' raro trovare chi non è attaccato alla stima di sé. E' raro trovare chi è distaccato dalle lodi e dalle critiche.

* Se sono attaccato a me stesso, troverò molto duro, condividere, donarmi, soffrire, amare.
* Se c'è Gesù fra me e me stesso, fra me e le cose, fra me e le persone, io respiro libertà.
* Se mi attacco, molto spesso è per paura di scoprirmi solo, vuoto, povero, e, per superbia, non voglio riconoscerlo.
* Essere unico, solo, me stesso, persona, è meno facile che essere schiavo.
* Se mi attacco ad una cosa, la penserò spesso, la terrò di nascosto dagli altri. L'occhio degli altri lo ritengo già un possibile furto.
* Attaccandomi, ho paura di perderla e cercherò ogni via per conservarla, per farla durare a lungo, e farò continui progetti su di essa. Se finirà, già vivo l'angoscia dell'assenza e sono in ansia di
come sostituirla.
L'attaccamento è una vera illusione. Dà piacevoli emozioni che, per essere ripetute, a volte, richiedono sacrifici enormi. E' proprio
vero: il male è un buco nell'acqua.
* Se mi attacco ad una persona che mi ama, mi espongo a perdere amore e persona, perché pretenderò un crescendo di attenzioni
che soffocano l'altro, e alla prima non risposta, osteggio persona e relazione.


* Attaccarsi ad una persona è non rispettare se stesso, stimandosi come un cagnolino che elemosina, da inferiore; e significa assolu-
tizzare l'altro, cioè falsarlo.
* Chi si attacca, non ama, ma cerca l'idea perfetta dell'amore, e non la troverà mai; passerà di delusione in delusione. Nessuna creatura è e dà l'assoluto.
* Chi si attacca ad una persona, esige un uguale o maggiore attaccamento dal partner. E' l'illusione di possedersi, appartenersi. E la solitudine, cioè il riempirsi dell'altro per affermarsi di più, è du-
plicata.
* L'attaccamento si può razionalizzare e spiritualizzare come si vuole, può trovare scappatoie, sotterfugi, pseudogiustificazioni. 
Produce, di certo, un maggiore impoverimento. Le conseguenze contano, non le intenzioni.
* Se mi attacco all'altro, non ho fiducia né in me né nell'altro.
In me, perché mi ritengo indegno, non meritevole e voglio coprire la mia povertà in mille modi. Nell'altro, perché ho paura che si stanchi di me, che mi rifiuti, che mi giudichi, che resti deluso da me. La relazione, se non guarisce, finirà male.


* Dedizione, servizio, gratitudine, disponibilità, molte volte non sono pure, disinteressate, distaccate, ma sono mescolate ad attaccamento, possesso, strumentalizzazione.
* La passione dell'attaccamento affettivo più è potente, più velocemente passerà dal falso amore all'odio, dalla benevolenza al disprezzo.


* L'attaccamento non sopporta distanza, silenzio. E' un'ansia sottile e crescente. Non sopporta la pace, il rispetto. Tutto questo lo giudica indifferenza, dimenticanza. Il bene viene equivocato col
male.
* Chi cresce nel dono di sé, in una generosa condivisone (senza dispersione) a tutti i livelli, odia l'attaccamento, impara a distinguere l'«ossigeno» dal «gas velenoso».


* Generosità (da generare) = fecondità. Attaccamento è come la zecca, la sanguisuga. Si vuole mangiare l'altro, far morire l'altro
nella propria morte: tremendo!
* Costringere l'altro ad avere bisogno di me è violentarlo.
* Le persone libere sembrano lontane, ma nella prova, sono le prime a soffrire con te e ad aiutarti. Ti amano.
* Chi è distaccato da ciò che non è Dio, rispetta e ama tutti e tutto.

Non si agita per niente.

 


Padre Nicola Monaco di Clausura

 

 

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