Un
ragazzo guarito dal tumore tra lo stupore dei medici. Una donna
paralizzata dalla nascita tornata a camminare inspiegabilmente.
Un'altra ha riacquistato la vista. Un ex grande fumatore guarito
all'improvviso da un male incurabile ai polmoni. Sono solo alcune
delle tante storie di guarigioni attribuite a papa Wojtyla
contenute nelle migliaia di lettere inviate dai fedeli di tutto il
mondo in Vaticano dall'inizio del pontificato fino a questi giorni
di preconclave. Testimonianze di miracoli sottoscritte da anonimi
miracolati, ai quali da ieri sera se ne è aggiunta un'altra,
autorevolissima, da parte di un cardinale, Francesco Marchisano,
l'arciprete della basilica di San Pietro che, durante la seconda
Messa di suffragio per papa Wojtyla celebrata nella basilica di
San Pietro, ha detto di essere stato guarito 5 anni fa dal
pontefice. Il porporato lo ha rivelato accanto ad un concelebrante
particolare, l'arcivescovo Stanislao Dziwisz, segretario di
Wojtyla.
"Ero stato operato alla carotide - ha raccontato
Marchisano - per un errore dei medici era rimasta paralizzata la
corda vocale destra, costringendomi a parlare quasi
impercettibilmente. Il Papa mi carezzò il punto della gola dove
ero stato operato, dicendomi che avrebbe pregato il Signore per
me. Dopo qualche tempo ripresi a parlare regolarmente...".
Dunque, anche per il cardinale Marchisano papa Wojtyla può
essere visto come un santo. Un sentimento espresso in sintonia con
tutti quelli che hanno scritto in Vaticano, in circa 26 anni di
pontificato, per "ringraziare il Papa per il miracolo che il
Signore, grazie a te, mi ha fatto", si legge in tanti
messaggi. Anche il giorno del decesso del Papa - il 2 aprile
scorso - durante il quale di miracoli ne sarebbero avvenuti almeno
diverse decine in tutto il mondo.
Il famoso dossier sui presunti miracoli di Giovanni Paolo II di
cui si è vociferato nei giorni scorsi esiste davvero, e si trova
custodito sotto chiave in Segreteria di Stato. Si spiegherebbe
anche da queste lettere - ragionano in Vaticano i custodi del
dossier - la corale invocazione "Santo subito! Santo
subito!" lanciata a più riprese dalle migliaia di fedeli,
venerdì scorso, durante i funerali di Wojtyla.
La raccolta risulta formata, stando al racconto di chi l'ha
visto, letta e conservata, in prevalenza da lettere, bigliettini,
piccoli messaggi. Migliaia di storie diverse, in gran parte
guarigioni da malattie, in prevalenze tumori, ma anche racconti di
conversioni, confessioni di fede ritrovata, scritti di natura
spirituale. Storie tutte differenti, unite però da un comune
denominatore, una frase che suona sempre più o meno così,
"grazie Santità per il miracolo che mi ha donato".
Le guarigioni sarebbero avvenute in maniera assai variegata, da
un contatto diretto con Wojtyla, da una sua carezza sulla parte
del corpo dolorante, da una richiesta di preghiera rivolta al Papa
durante le sue tante visite pastorali, ma spesso anche dal
semplice uso di oggetti appartenuti al pontefice defunto, in
particolare la famosa corona del Rosario da lui benedetta che, in
genere, viene regalata durante le udienze. Tra le testimonianze più
toccanti, quella di un ragazzo africano che vive in Svizzera, che
ringrazia il Papa per essere guarito da un tumore alla gola dopo
aver toccato il Rosario pontificio.
Tra i racconti più sorprendenti, le guarigioni avvenute
durante le udienze generali, casi che la Santa Sede ha sempre
prudentemente tenuto in sordina . Nell'aula Nervi - si legge in
una delle lettere - sei anni fa una donna, cieca dalla nascita,
avrebbe acquistato la vista dopo aver baciato la mano destra di
Wojtyla. Un'altra donna, paralizzata dalla nascita alle gambe, si
sarebbe alzata da sola e iniziato a camminare dopo il saluto al
Papa.
Altri miracoli si sarebbero verificati anche attraverso la tv.
In molte lettere si racconta, infatti, che spesso durante le
celebrazioni presiedute da Giovanni Paolo II e trasmesse in tv -
ma anche nel corso delle cronache sul Papa trasmesse dai
telegiornali, servizi speciali sul pontificato -, sarebbero
avvenute guarigioni inspiegabili davanti al televisore. C'è
persino una lettera di un esorcista che ringrazia Wojtyla per aver
guarito una persona posseduta dal demonio usando il rosario
benedetto dal Papa.
Il pontefice polacco sarà proclamato santo grazie anche a
questo voluminoso dossier? No, avvertono in Vaticano, perché
secondo le attuali norme canoniche, per la proclamazione di un
beato o di un santo c'è bisogno del riconoscimento di un miracolo
avvenuto "solo dopo la morte" del candidato alla santità.
Il Vaticano forse pubblicherà le lettere più significative come
segno di ulteriore omaggio alla memoria del Papa che - al di là
delle norme - tutto il mondo considera già santo.
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