Da "Noi Cattolici.it"
Spunti per riflessioni in chat   10/4/2005

Vi propongo come possibile spunto di riflessione in chat, su uno degli aspetti fondamentali del pontificato di GPII, questo pezzo, realizzato unendo brani letti su un newsgroup cattolico. Vorrei solo sottolineare un punto che potrebbe non essere chiarissimo dal testo che segue. Giovanni Paolo II è il papa inviato dalla misericordia del Padre a riportare certezze all'umanità, in un momento di forti dubbi e relativismo in tutti i campi, in perfetta sintonia coi suoi predecessori. Non a caso, come si dice anche sotto, Paolo VI, in particolare, preparò il terreno per il lavoro successivo di GP II. 


Paolo VI ha inaugurato, dopo il pontificato del beato Giovanni XXIII, il
ritorno delle encicliche dottrinali e di condanna di certi errori.

Vorrei ricordare:
- Humanae vitae
- Sacerdotalis Celibatus
- Mysterium Fidei
- Ecclesiam Suam

Si noti, sono i quattro capitoli dottrinali su cui si è sviluppato buona
parte del pontificato di Giovanni Paolo II.

Paolo VI ha posto le basi che Giovanni Paolo II ha portato a termine, grazie anche a quei formidabili collaboratori, primo fra tutti il card Ratzinger.

Il Santo Padre scrive nel 1981: "" Bisogna ammettere realisticamente e con
profonda e sofferta sensibilità che i cristiani oggi in gran parte si
sentono smarriti, confusi, perplessi e persino delusi, si sono sparse a
piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata;
si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale,
creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche la liturgia;
immersi nel relativismo intellettuale e morale e perciò nel permissivismo, i
cristiani sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo, dall'illuminismo
vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti
e senza morale oggettiva" ( Giovanni Paolo II, Missioni al popolo per gli
anni 80, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. IV, 1, p.235 ).

Scrive Giovanni Paolo II a proposito della interpretazione autentica del
Concilio Vaticano II che deve essere fatta: "(...) l'ampiezza e la
profondità degli insegnamenti del Concilio Vaticano II richiedono un
rinnovato impegno di approfondimento, nel quale si metta in luce la
continuità del Concilio con la Tradizione, specialmente nei punti di
dottrina che, forse per la loro novità, non sono stati ancora ben compresi
da alcuni settori della Chiesa "- ( Giovanni Paolo II, Lettera apostolica
Ecclesia Dei, in L'Osservatore Romano, 3 luglio 1988, pag 2, n.5 p.b ).

Sempre sulla necessità di interpretare correttamente il Concilio Vaticano
II, Giovanni Paolo II spiega che: "- (...) l'obbedienza allo Spirito Santo
si esprime nell'autentica realizzazione dei compiti indicati dal Concilio,
in pieno accordo con l'insegnamento in esso proposto (...) insegnamento
integrale del Concilio - " integrale ", cioè inteso alla luce di tutta la
santa Tradizione e sulla base del costante Magistero della Chiesa stessa "-
( Giovanni Paolo II, Radiomessaggio al Mondo del 17-10-1978, in
L'Osservatore Romano del 18-10-1978 .


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