Vi propongo
come possibile spunto di riflessione in chat, su uno degli aspetti
fondamentali del pontificato di GPII, questo pezzo, realizzato
unendo brani letti su un newsgroup cattolico. Vorrei solo sottolineare
un punto che potrebbe non essere chiarissimo dal testo che segue. Giovanni
Paolo II è il papa inviato dalla misericordia
del Padre a riportare certezze
all'umanità, in un momento di forti dubbi e relativismo in tutti
i campi, in perfetta sintonia coi suoi predecessori.
Non a caso, come si dice anche sotto, Paolo VI, in particolare,
preparò il terreno per il lavoro successivo di GP II.
Paolo VI ha inaugurato, dopo il pontificato del beato Giovanni
XXIII, il
ritorno delle encicliche dottrinali e di condanna di certi errori.
Vorrei ricordare:
- Humanae vitae
- Sacerdotalis Celibatus
- Mysterium Fidei
- Ecclesiam Suam
Si noti, sono i quattro capitoli dottrinali su cui si è
sviluppato buona
parte del pontificato di Giovanni Paolo II.
Paolo VI ha posto le basi che Giovanni Paolo II ha portato a
termine, grazie anche a quei formidabili collaboratori, primo fra
tutti il card Ratzinger.
Il Santo Padre scrive nel 1981: "" Bisogna ammettere
realisticamente e con
profonda e sofferta sensibilità che i cristiani oggi in gran
parte si
sentono smarriti, confusi, perplessi e persino delusi, si sono
sparse a
piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre
insegnata;
si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e
morale,
creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche la
liturgia;
immersi nel relativismo intellettuale e morale e perciò nel
permissivismo, i
cristiani sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo,
dall'illuminismo
vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza
dogmi definiti
e senza morale oggettiva" ( Giovanni Paolo II, Missioni al
popolo per gli
anni 80, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. IV, 1, p.235
).
Scrive Giovanni Paolo II a proposito della interpretazione
autentica del
Concilio Vaticano II che deve essere fatta: "(...) l'ampiezza
e la
profondità degli insegnamenti del Concilio Vaticano II richiedono
un
rinnovato impegno di approfondimento, nel quale si metta in luce
la
continuità del Concilio con la Tradizione, specialmente nei punti
di
dottrina che, forse per la loro novità, non sono stati ancora ben
compresi
da alcuni settori della Chiesa "- ( Giovanni Paolo II,
Lettera apostolica
Ecclesia Dei, in L'Osservatore Romano, 3 luglio 1988, pag 2, n.5
p.b ).
Sempre sulla necessità di interpretare correttamente il
Concilio Vaticano
II, Giovanni Paolo II spiega che: "- (...) l'obbedienza allo
Spirito Santo
si esprime nell'autentica realizzazione dei compiti indicati dal
Concilio,
in pieno accordo con l'insegnamento in esso proposto (...)
insegnamento
integrale del Concilio - " integrale ", cioè inteso
alla luce di tutta la
santa Tradizione e sulla base del costante Magistero della Chiesa
stessa "-
( Giovanni Paolo II, Radiomessaggio al Mondo del 17-10-1978, in
L'Osservatore Romano del 18-10-1978 .
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