"La
speranza certa della risurrezione
illumina la Chiesa italiana nel momento
del passaggio di Giovanni Paolo II,
Vescovo di Roma, Primate d'Italia,
Pastore universale della Chiesa, dalla
vita terrena a quella eterna". È
quanto afferma una nota della Cei.
"Risplendono
per lui, in tutta la loro verità, le
parole di San Paolo: 'Ho combattuto la
buona battaglia, ho terminato la mia
corsa, ho conservato la fede. Ora mi
resta solo la corona di giustizia che il
Signore, giusto giudice, mi consegnerà
in quel giorno; e non solo a me, ma
anche a tutti coloro che attendono con
amore la sua manifestazionè. La morte
non affievolisce ma rende ancora più
forti i sentimenti di profondo affetto e
di immensa gratitudine verso un
Pontefice che ha saputo immedesimarsi
con il sentire culturale e religioso del
nostro Paese, segnandone in modo
indelebile la storia".
"Gli
sono grati in particolare i giovani, che
fino alla fine egli ha sempre cercato e
che gli sono andati incontro,
riconoscendolo padre, maestro ed amico.
Le sue parole e i suoi gesti sono stati
decisivi per imprimere un forte slancio
missionario alla Chiesa italiana,
incoraggiandola ad essere esperienza
vissuta di comunione, testimone coerente
di Cristo, presenza viva e culturalmente
significativa nel tessuto della
Nazione".
La
Chiesa italiana, "che ha il
privilegio di vivere una vicinanza tutta
particolare con il Successore di Pietro,
ha beneficiato di un'attenzione costante
e di una premurosa vicinanza del Santo
Padre, che nel corso di questi 27 anni
ha visitato tante diocesi della
Penisola, lasciando un segno nel cuore
delle persone e nella storia delle
nostre comunità ecclesiali".
"In
questo momento di sofferenza, per un
distacco che tutti avremmo voluto il più
lontano possibile, il pensiero e la
preghiera si innalzano a Dio Padre,
perchè accolga l'anima dell'amato
Pontefice e lo ricompensi per la
testimonianza fulgida e coraggiosa che
ha saputo dare nell'esercizio del
ministero petrino, sia mediante la
proclamazione della verità del Vangelo
su Dio e sull'uomo, sia richiamando la
coscienza di singoli e popoli alle
esigenze severe della carità, sia, in
particolare nel modo con cui in questi
ultimi tempi ha affrontato con serenità
e fiducioso abbandono al Padre la
malattia e la morte, facendosi
interprete immediato e trasparente del
mistero di morte e risurrezione della
Pasqua di Gesù".
"Chiediamo
a tutti di raccogliersi in preghiera
perché il Papa, che fin dall'inizio del
suo pontificato ha invitato a spalancare
le porte a Cristo, possa ora ricevere
l'abbraccio di Lui, il Signore della
vita, che egli ha annunciato in modo
instancabile ad ogni uomo e in ogni
angolo della Terra. La nostra preghiera
si fa anche espressione di sentita
gratitudine a Dio, per i doni
straordinari che ha fatto alla Chiesa e
al mondo attraverso la persona e
l'insegnamento di Giovanni Paolo II".
"Affidiamo
Giovanni Paolo II alla Divina
misericordia, attraverso l'intercessione
di Maria, la Santa Vergine Madre di Dio,
a cui il Santo Padre ha totalmente
consacrato il suo ministero, la Chiesa e
il mondo intero".
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